La sterlina britannica è una delle monete più utilizzate e scambiate al mondo, oltre che una delle più antiche tutt’ora in circolazione. Deve il suo nome originale, pound sterling, al fatto che il suo valore fosse un tempo pari ad una libbra ( pound ) di argento di lega sterling, ossia a 925/1000. Anche il simbolo utilizzato per indicarla, £, è l’iniziale della parola latina libra.
In Italia si utilizza erroneamente il termine sterlina d’oro per riferirsi ad un’altra moneta, il cui nome esatto sarebbe sovrana ( gold sovereign in inglese ). La prima emissione di sovrane si deve al re Enrico VII nel 1489, e vengono ancora oggi coniate pur non avendo più corso legale. Deve il nome al ritratto del re seduto sul trono, impresso su una faccia della moneta.
La moneta originale aveva un peso di mezza oncia troy, equivalente a 15,6 grammi, ed era coniata in oro di purezza 960 millesimi, o ventitré carati. Non aveva impresso alcun valore facciale, era solo un pezzo d’oro di peso e purezza definiti. Successivamente, per opera di Enrico VIII il grado di purezza fu portato a 916 millesimi, ossia ventidue carati, valore che rappresenta a tutt’oggi lo standard per le monete in oro, sia britanniche che statunitensi. Infine nel 1816 il peso dell’oro contenuto è stato ridotto all’attuale di 0.23 once troy, o 7,32 grammi, mantenendo invariato il grado di purezza, per un peso complessivo della moneta di 7,99 grammi. La parte rimanente della lega che compone la moneta è costituita da rame, al fine di aumentarne la durezza per renderla maneggiabile, in quanto si trattava di una moneta a corso legale.
Negli anni furono coniate anche monete da mezza sovrana, da due sovrane e da cinque sovrane. Solo le monete da una e da mezza sovrana erano però coniate per la normale circolazione. Le monete più grandi erano infatti maggiormente soggette alla cosiddetta tosatura, ossia l’asportazione illecita di piccole quantità di metallo, che veniva effettuata limandole oppure chimicamente, oppure ancora praticando microscopici fori nella moneta che venivano successivamente occultati rimartellandola. Per questo motivo la Banca d’Inghilterra ritirava periodicamente le monete più vecchie per riconiarle, in modo da garantire sempre la quantità d’oro originariamente prevista.
Dalla fine della prima guerra mondiale, con l’abbandono del gold standard da parte della Gran Bretagna, la sovrana non ha più corso legale, ossia non più essere usata come mezzo di pagamento. Cessò così anche la produzione in massa, e le sovrane furono ancora coniate solo a Sydney, Perth, Melbourne, Bombay, Pretoria e Ottawa, fino al 1932. La produzione della zecca di Londra riprese brevemente nel 1935 per via del tentativo, poi fallito, da parte di Winston Churchill di ritornare al gold standard.
Infine il conio fu definitivamente ripreso anche in Inghilterra nel 1957, pare per contrastare la produzione di monete false in Italia e Siria.
Sembra infatti che le sovrane fossero normalmente utilizzate dal Ministero degli Esteri inglese quale forma di pagamento nelle colonie e soprattutto in Medio Oriente, motivo per il quale era di cruciale importanza che lo standard e l’autenticità fossero strenuamente difesi.
La produzione è poi gradualmente rallentata, limitandosi a monete di prova o da collezione. Il conio di sovrane da investimento è ripresa a pieno ritmo nel 2000.
Le sovrane vengono classificate generalmente in base al nome del sovrano sotto il cui regno sono state coniate, e la cui effige, in varie versioni per i sovrani più longevi, è incisa sul cosiddetto dritto della moneta. Sul rovescio a partire dal 1817 è inciso San Giorgio che uccide il drago, opera dell’incisore italiano Benedetto Pasquinucci. Fanno eccezione alcune le serie Giorgio IV dal 1825 al 1830, Guglielmo IV dal 1831 al 1837, Vittoria dal 1838 al 1887 ed Elisabetta II nel 2002.
Dal 1871 al 1887 è stata coniata anche un’altra serie con l’effige della Regina Vittoria recante però sul rovescio l’incisione del Pasquinucci.
Per Elisabetta II è stata sono state coniate due serie particolari, una nel 2002 recante sul rovescio lo scudo reale, ed una nel 2005 recante una nuova versione del San Giorgio.
Trattandosi di monete da collezione, il loro valore può variare enormemente a seconda della rarità o dello stato di conservazione. I due valori ovviamente si intersecano e una moneta di una serie particolarmente rara in cattivo stato di conservazione può magari valere come una di una serie meno rara in ottimo stato.
Le monete vengono classificate, in base al solo stato di conservazione, in varie categorie che vanno nel nostro paese dal fior di conio al discreto. Per quanto riguarda le monete d’oro viene assegnato il cosiddetto premio, ossia un aumento del valore economico, per le monete considerate di grado splendido o bellissimo, al primo ed al secondo “grado” della scala rispettivamente, e sono le monete più richieste e indicate per un acquisto a scopo di investimento. Le monete fior di conio hanno solitamente un premio che supera il valore dell’oro contenuto.
Le monete classificate con gradi inferiori, molto bello e bello, vengono solitamente scambiate in base al peso dell’oro, ossia per il solo valore di metallo contenuto, fatta eccezione per alcune monete particolarmente rare. Da tener presente che è la faccia maggiormente usurata della moneta a definirne lo stato di conservazione generale.
Il regime di tassazione per le monete in oro da investimento varia ovviamente da paese a paese. Ad esempio in Inghilterra le sovrane d’oro sono esenti Iva come le altre monete da investimento, ma godono anche del vantaggio che il guadagno realizzato nel rivenderle è esentasse, a differenza delle monete d’oro straniere sulle cui plusvalenze grava un’imposta del 18%.
In Italia non esiste questa differenziazione, e le monete d’oro sono considerate tutte equivalenti ai fini fiscali. Fanno eccezione quelle che non vengono considerate come monete da investimento, ma solo monete rare da collezione. Nel caso della sterlina d’oro si tratta delle monete coniate prima del 1817, che sono comunque molto rare e circolano solo nel mercato dei numismatici e non in quello da investimento.
L’oro da investimento è esente Iva per l’acquisto sia da parte di privati che di società o enti. Per quanto riguarda la tassazione delle eventuali plusvalenze derivanti dalla vendita, la tassazione è differenziata con un aliquota del 6% per società ed enti e del 12,5% per i privati.
Questo regime rende le monete d’oro un investimento migliore rispetto ad esempio a quelle d’argento, che subiscono la stessa tassazione sui guadagni ma non godono di alcuna esenzione Iva.
Se si sceglie il conio da investimento, è molto importante tenere conto del cosiddetto spread o premio. Questo rappresenta il differenziale tra il prezzo a cui viene commerciata la moneta ed il prezzo dell’oro contenuto. Come accennato sopra, uno dei fattori che concorrono a formare lo spread è il grado di conservazione della moneta. Altri fattori sono la rarità, la fabbricazione ( più è complicata e piccola la moneta, più alto sarà il premio). Il premio viene anche regolato dal gioco della domanda e dell’offerta, quindi più alta sarà la domanda rispetto all’offerta, maggiore sarà il premio. Da questo punto di vista le sovrane risultano sempre molto richieste, perciò hanno solitamente degli spread favorevoli. Anche il fatto che la sterlina d’oro sia una moneta conosciuta in ogni parte del mondo,e richiesta di conseguenza, fa sì che abbia sempre un buono spread.
La presenza di questo spread rende l’investimento in monete auree potenzialmente più vantaggioso e redditizio, rispetto ai classici lingotti che hanno uno spread praticamente nullo. Questo per il semplice fatto che la componente di valore dello spread si va a sommare al valore in oro della moneta, ed in alcune fasi di mercato può portare ad avere dei ritorni maggiori rispetto a quelli che si potrebbero ottenere con il solo aumento della quotazione dell’oro, creando quello che viene definito in gergo finanziario un effetto leva. Addirittura non è impossibile che in alcuni momenti di calo del mercato dell’oro, lo spread possa avere una sorta di effetto paracadute sul valore complessivo di una moneta, rendendo magari ancora conveniente venderla quando già non sarebbe più conveniente vendere un lingotto.
L’acquisto di sterline d’oro va sempre effettuato presso rivenditori di fiducia o di provata reputazione. E’ consigliabile visionare di persona le monete che si andranno ad acquistare, per poterne valutare lo stato di conservazione, cosa difficile se non impossibile da una fotografia. Non potendo o non volendo recarsi in un negozio, si possono comunque acquistare monete via web. In questo caso è consigliabile evitare siti di aste online e simili, ma rivolgersi a quei pochi grandi nomi del settore, che offrono prezzi continuamente aggiornati e garanzia di serietà.