Chi non ha mai pensato di vendere il proprio oro usato e inutilizzato? Il timore solitamente è sempre quello di essere truffati, ma se ci si informa nel dettaglio prima e si agisce in modo intelligente questa evenienza è del tutto improbabile. Cedere il proprio oro usato nella capitale è una buona opportunità per liberarsi di gioielli usati o danneggiati ottenendo in cambio denaro contante immediato. La prima regola da seguire è sempre quella di affidarsi a dei veri professionisti del settore e che operano in tutta trasparenza secondo ogni legge in vigore. Chi non possiede un gioiello mai indossato oppure danneggiato irrimediabilmente? Questi oggetti sono tutti pronti per essere trasformati in qualcosa di concreto come soldi in contanti da ottenere in modo celere e da poter spendere subito per ogni tipo di evenienza e necessità. I compro oro presenti su tutto il territorio nazionale sono specializzati nella compera di oro usato, argento e gioielli, per ottenere il massimo del guadagno è consigliato informarsi prima di recarsi direttamente in negozio. Internet è lo strumento migliore per reperire questo tipo di informazioni come l’elenco completo di tutti i compro oro del quartiere di appartenenza, la valutazione dell’oro e dell’argento in tempo reale e la presa visione delle migliori offerte che queste attività propongono ai loro clienti. Un’altra operazione da svolgere prima di andare in un compro oro di persona, è quella di pesare i propri monili con una bilancia che dia il risultato in grammi. É sempre meglio conoscere il peso dei propri gioielli con largo anticipo prima della vendita per farsi un’idea del guadagno che si riuscirà ad ottenere. Se il monile è provvisto di pietre dure è bene sapere che queste non verranno conteggiate nel prezzo finale, i compro oro acquistano solo ed esclusivamente metallo giallo. Ai giorni nostri ed in tempi di crisi, vendere oro usato non è mai stato così semplice. Dopo aver trovato il negozio che offre le migliori condizioni di vendita è anche possibile, ove previsto, bloccare il prezzo sul sito online che rappresenta l’esercizio. Questa opportunità è un buon vantaggio dato che il prezzo dell’oro subisce notevoli oscillazioni durante tutto l’arco di una sola giornata. A questo punto ci si può recare di persona nel negozio prescelto per effettuare la vera vendita. Qui si verrà accolti da personale specializzato e competente che come primo passo analizzerà visivamente il gioiello presentato. Si passa poi a verificare la purezza e la caratura dell’oro mediante un rapido test svolto sul posto e che da risultati immediati senza rovinare il monile. I gioielli sono creati solitamente in oro 18 carati, può capitare però che la caratura sia minore oppure, in casi rari, anche maggiore. Il secondo passaggio è quello della pesatura a vista su una bilancia posta sul bancone ,in modo che anche il venditore possa controllare il peso del suo oro per una completa trasparenza della vendita. Queste speciali bilance devono sempre essere provviste di uno speciale bollino di colore verde, posto ben in vista che ne certifichino l’idoneità. Con il peso preciso del gioiello si passa al calcolo per determinare il suo reale valore in contanti. L’operatore comunica al cliente il prezzo e se lo stesso ne è soddisfatto si passa all’atto di vendita. Per ogni compra-vendita in tutti i compro oro autorizzati è indispensabile portare un documento valido d’identità e il codice fiscale. Sull’atto di vendita sono segnati con precisione tutti i dati della cessione e una copia va sempre rilasciata a chi vende il proprio oro. A questo punto la transazione è conclusa, l’oro inutilizzato è stato scambiato per soldi contanti da utilizzare nei modi più svariati. Quel nuovo modello di pc tanto sognato, quel completo griffato ammirato nelle vetrine del centro, un bel regalo per i propri figli o il partner, ogni evenienza potrà essere soddisfatta in giornata senza andare a toccare il conto in banca ed i risparmi. Un bel modo per togliersi ogni sfizio con oggetti non più usati e dimenticati da anni in fondo ad un cassetto.
OPORO, chi sono e come operano?
La sigla OPORO indica gli Operatori Professionali in Oro: si tratta di una definizione che si trova spesso sui siti internet dei banco metalli e di alcuni compro oro. Si tratta di attività di alto livello, che devono soddisfare requisiti molto stringenti e fissati per legge per assicurare una grande professionalità del servizio e la serietà dell’azienda. Innanzitutto bisogna tenere a mente che si ottiene la qualifica di Operatori Professionali in Oro soltanto dopo essere stati autorizzati dalla Banca d’Italia a seguito di una richiesta specifica da inoltrare seguendo l’iter burocratico riportato sul sito ufficiale dell’ente. Si devono usare i moduli appositi (in alternativa avere la forma di dichiarazioni sostitutive), formati dai soci e dal titolare dell’attività, allegando una copia dei loro documenti d’identità in corso di validità. L’invio avviene con raccomandata con ricevuta di ritorno oppure con posta elettronica certificata.
I requisiti da soddisfare sono la forma societaria (accomandita per azioni, cooperativa, società a responsabilità limitata oppure società per azioni) e avere un capitale sociale minimo di 120.000 euro. I dipendenti, i soci, i dirigenti e gli amministratori devono possedere i requisiti di onorabilità che vengono richiesti anche al personale del settore creditizio e bancario. Infine l’azienda deve rispettare gli obblighi indicati dalle norme antiriciclaggio e occorre riportare l’attività di commercio in oro nell’oggetto sociale, da segnalare obbligatoriamente per legge all’interno dell’atto costitutivo della società. Nel caso in cui i controlli non rilevano alcun problema si applica il principio del silenzio assenso: la procedura viene avviata e il codice operatore attribuito viene inviato alla società entro 120 giorni. In alternativa la domanda viene respinta oppure la Banca d’Italia può richiedere ulteriori documenti: in questo modo il periodo di attesa si allunga di altri 120 giorni. Basta la mancanza di un solo requisito per respingere l’istanza.
Una volta ottenuta la qualifica di OPORO la società viene autorizzata a vendere e acquistare oro da investimento e materiale d’oro sotto forma di rottami. Svolgere l’attività di Operatore Professionale in Oro senza avere i requisiti necessari oppure essendo privi dell’autorizzazione della Banca d’Italia si può essere colpiti con una sanzione pecuniaria di oltre 10.000 euro o con la reclusione per un periodo da 6 mesi a 4 anni nei casi più gravi. Bisogna tenere a mente che queste società possono commerciare in oro per conto proprio oppure per conto terzi e contemporaneamente svolgere altre attività similari e considerate compatibili.
Proprio per questo motivo numerosi Operatori Professionali in Oro effettuano anche l’attività di fonderia per conto terzi oppure per fondere e raffinare il metallo prezioso acquistato dai privati sotto forma di gioielli e oggetti pregiati. Bisogna tenere a mente che l’oro da investimento può essere commercializzato come placchette con un peso superiore a un grammo oppure lingotti di vari formati e dimensioni. In entrambi i casi la purezza del metallo deve essere di almeno il 99,5%. Gli Operatori Professionali in Oro possono trattare anche le monete assimilate all’oro da investimento, cioè gli esemplari che rispondono a determinati requisiti e che sono presenti nell’elenco stilato annualmente dalla Commissione Europea. Devono essere state coniate dopo il 1800, avere oppure aver avuto corso legale nel Paese di emissione e una purezza superiore di almeno il 90%.
Gli Operatori Professionali in Oro mettono a disposizione il servizio di fusione dell’oro usato e di produzione di oro da investimento non soltanto per gli investitori, ma anche ad attività che operano in questo settore del mercato. Infatti fondono i gioielli e gli oggetti preziosi per conto di piccoli e medi compro oro, laboratori, gioiellerie e orafi. In questo modo ritirano l’invenduto e lo trasformano in lingotti che vengono nuovamente lavorati per diventare leghe da usare per la creazione di differenti articoli. Per questo motivo gli esercizi propongono vari servizi aggiuntivi gratuiti, come il trasporto tracciato dei valori impiegando furgoni protetti e il blocco delle quotazioni applicate per 24 o 48 ore.
Infine bisogna tenere a mente che anche gli Operatori Professionali in Oro devono rispettare i nuovi requisiti richiesti dal decreto del 5 luglio 2017 per tutti gli esercizi commerciali che trattano in oro usato. Di conseguenza è necessario possedere la licenza di pubblica sicurezza e iscriversi al registro degli operatori presso l’OAM con modalità telematiche. Inoltre si deve pagare la tassa di iscrizione e dotarsi di un conto corrente postale oppure bancario da impiegare esclusivamente per le transazioni commerciali riguardanti l’attività di compravendita di gioielli e preziosi usati. In secondo luogo l’importo massimo per il pagamento in contanti è stato abbassato da 1.000 a 499 euro. In caso contrario si impiegano bonifici bancari o altri mezzi di pagamento tracciabili. Infine si deve identificare il privato che aliena preziosi attraverso un documento di identità valido e compilare per ogni transazione una scheda con numero progressivo, allegando due fotografie per ogni gioiello e oggetto di oreficeria.
Banco Metalli e Compro Oro quali le differenze
Quando si decide di vendere il proprio oro vecchio ci si può rivolgere a un banco metalli oppure a un compro oro: si tratta di due tipologie di attività commerciali che operano nel settore dei metalli preziosi usati, tuttavia presentano caratteristiche diverse l’uno dall’altro. Proprio per questo motivo possono offrire alla clientela servizi molto differenti e puntare a target non così simili tra loro. Ciò vale anche con le recenti modifiche normative che hanno inserito requisiti più stringenti nel settore dei compro oro e che hanno determinato una vera e propria rivoluzione tra gli operatori. Infatti, grazie ai cambiamenti introdotti a luglio 2017, gli esercenti compro oro hanno l’obbligo di dotarsi della licenza di pubblica sicurezza, mentre in passato era necessaria soltanto una semplice licenza per il commercio di oggetti preziosi. Di conseguenza i titolari devono essere muniti di un registro apposito per garantire la legalità delle operazioni effettuate in funzione anti-riciclaggio e anti-ricettazione. Al tempo stesso occorre iscriversi presso il Registro degli Operatori Compro Oro, in modo da poter censire e identificare le realtà commerciali presenti su tutto il territorio nazionale.
In secondo luogo viene ribadito l’obbligo di identificare il privato che vende l’oro usato in base a quanto previsto dalle norme indicate all’interno del Decreto Anti-riciclaggio. Sempre in funzione anti-ricettazione e anti-ricilaggio la cessione di preziosi e oggetti di valore può essere effettuata in contanti solo se il valore dei beni non supera i 500 euro: infatti è stata abbassata la soglia limite per migliorare la tracciabilità delle operazioni. Se l’entità delle operazioni supera questa cifra, gli importi devono essere corrisposti solo in maniera elettronica (bancomat oppure carta di credito) o bonifici bancari e postale. Tutti i beni venduti devono essere fotografati e descritti usando una scheda numerata progressiva e la documentazione va conservata per 10 anni ed esibita in caso di controlli da parte delle autorità giudiziarie competenti.
Si nota quindi che un compro oro è molto diverso dall’altra tipologia commerciale perché quest’ultima deve assumere per legge la denominazione societaria ed essere iscritta nell’elenco degli Operatori Professionali in Oro tenuto dalla Banca d’Italia. Quest’ente può rilasciare la certificazione a seguito di un’esplicita richiesta da parte del titolare e solo dopo aver controllato con attenzione il rispetto degli standard previsti dalla legislazione del settore. Ad esempio il capitale sociale minimo è di 120.000 euro, i soci e il personale devono poter soddisfare alti requisiti di onorabilità e la voce riguardante il commercio in oro è presente nell’oggetto sociale. Proprio per questo motivo gli esercizi devono soddisfare requisiti molto più stringenti e garantire un elevato livello di professionalità. Una differenza fondamentale risulta essere il fatto che un compro oro può trattare soltanto metalli preziosi usati, mentre un Operatore Professionale in Oro può produrre e vendere oro da investimento, cioè monete e lingotti con un grado di purezza minimo rispettivamente del 90% e del 99,9%. Infatti l’oro vecchio è una lega perché gli oggetti e i gioielli in metallo 24 carati sono troppo duttili e morbidi per non subire danni a causa dell’utilizzo quotidiano: di conseguenza occorre aggiungere materiali leganti per rendere gli esemplari più resistenti.
Proprio per questo motivo i compro oro che non fanno parte di un grande brand oppure di una catena di franchising devono affidarsi a un Operatore Professionale in Oro per fondere e affinare il materiale acquistato. Si tratta di una differenza sostanziale tra le due tipologie di esercizi commerciali in quanto gli operatori professionali possono garantire un ciclo di produzione continuo, fondendo da soli l’oro usato acquistato e usandolo per creare lingotti da investimento da rivendere a banche, investitori privati, gioiellerie, orafi e laboratori di alta moda. Di conseguenza annoverano tra la clientela piccoli e medi compro oro e gioiellerie e orafi che devono smaltire l’invenduto.
Oro usato che farne quando non piace più?
Che cosa fare se si possiedono degli oggetti in oro usato e non si avverte più il bisogno di tenerli? In questi casi la miglior soluzione è quella di vendere i propri articoli: gli oggetti in oro infatti possono fruttare delle somme molto interessanti, di conseguenza se si è disposti a liberarsene, magari perché non piacciono particolarmente dal punto di vista estetico o semplicemente perché non hanno alcun valore affettivo, si ha modo di venderli in modo semplice e soprattutto all’insegna della massima sicurezza e nel pieno rispetto della legalità.
Per vendere degli oggetti in oro è necessario rivolgersi a dei compro oro, ovvero delle attività regolarmente autorizzate che si occupano proprio di acquistare direttamente dai privati degli oggetti realizzati in vari metalli preziosi, includendo anche quelli in argento.
Se si vogliono vendere degli articoli in oro usato di qualsiasi tipologia è importante aver chiaro come funziona questo mercato, cerchiamo dunque di fare chiarezza in modo che il consumatore possa effettuare tali operazioni in modo consapevole e assicurandosi il maggior guadagno.
Anzitutto bisogna sottolineare che il valore di un oggetto in oro dipende da aspetti oggettivi, non dalla sua estetica o dal brand che lo ha prodotto.
Per conoscere il valore di un oggetto in oro usato bisogna considerare in primis due aspetti: la quantità di oro in esso contenuta e la sua purezza.
La purezza dell’oro si esprime in carati ed è sostanzialmente un dato che indica quante unità della lega metallica sono effettivamente realizzate in oro.
L’oro con cui sono realizzati i gioielli, infatti, nella grande maggioranza dei casi non è oro puro, ma è appunto dell’oro che va a formare delle leghe con dei metalli di differente tipologia.
L’oro puro è quello che vanta ben 24 carati, e si tratta fondamentalmente dell’oro custodito in lingotti, di quello che viene comunemente definito oro da investimento.
Se si possiede un oggetto in oro e si è intenzionati a venderlo è dunque importante considerare questi due aspetti, i quali devono essere rapportati alla quotazione ufficiale di questo metallo prezioso.
L’oro ha una quotazione ufficiale che è valida a livello internazionale, e non si tratta di un dato stabile dal punto di vista temporale: la quotazione dell’oro viene infatti aggiornata due volte al dì tramite un processo che prende il nome di Fixing, di conseguenza è soggetta a fluttuazioni.
Prima di vendere un oggetto in oro è dunque bene informarsi autonomamente circa questo dato, e tale operazione è tutt’altro che complessa: per verificare questo dato basta collegarsi a un sito Internet autorevole ed aggiornato in modo costante, ad ogni modo la quotazione ufficiale dell’oro può essere controllata senza problemi anche all’interno di un esercizio di compro oro.
Nonostante come visto il valore di un articolo in oro sia oggettivo, può accadere che diverse attività di compro oro propongano una cifra leggermente differente per il medesimo oggetto, e ciò è dovuto al fatto che le varie aziende del settore praticano differenti spread.
Alla luce di questo dunque è un ottimo consiglio quello di richiedere una valutazione a più compro oro della propria città, orientandosi verso quello che assicura la cifra più elevata.
L’unica condizione è ovviamente quella che il compro oro a cui ci si è rivolti sia regolarmente autorizzata e che rispetti tutti gli iter previsti dalla legge.
Alla persona che presenta uno o più oggetti in oro viene richiesto di compilare e di firmare una serie di moduli, allo stesso tempo è necessario fornire i propri documenti di identità.
Ogni vendita deve dunque essere tracciata per evitare che i compro oro possano divenire in qualsiasi modo un’opportunità per i malviventi, di conseguenza vale assolutamente la pena di perdere alcuni minuti prima della vendita per evitare, ad esempio, che si possano vendere oggetti recuperati tramite un furto.
Il pagamento da parte dell’esercente è immediato ed avviene in contanti, ovviamente entro i limiti fissati dalle vigenti normative antiriciclaggio: per le somme superiori a 500,00 €, infatti, il pagamento va effettuato tramite modalità tracciabili quali assegno o bonifico bancario.
Decreto legislativo 92/2917 – come cambia l’attività dei compro oro?
Dal 5 luglio 2017 sono entrate in vigore nuove regole per disciplinare l’intero settore del commercio dei metalli preziosi: di conseguenza questa normativa si applica ai compro oro, ai banco metalli e ai compro argento. Le nuove regole per l’esercizio dell’attività sono state approvate il 24 maggio 2017 dal Consiglio dei Ministri e sono state rese effettive il giorno successivo attraverso il Decreto Legislativo 92/2017. Di conseguenza, quando si tratta l’argento usato e l’oro usato, è necessario valutare quali siano le nuove regole per la procedura da seguire.
L’introduzione di una disciplina ad hoc consente di gestire in maniera migliore il settore dei compro oro, monitorandone e censendone la tipologia, il numero e l’attività. In questo modo si riesce a contrastare in maniera più efficace il riciclaggio di beni di dubbia provenienza e le attività criminali. Innanzitutto sono stati introdotti requisiti più stringenti per aprire un negozio di compro oro. In precedenza l’esercente doveva semplicemente avere una licenza per il commercio di oggetti preziosi per poter operare nel settore. Al tempo stesso il privato non doveva certificare la provenienza degli oggetti preziosi e dei gioielli che intendeva vendere, ma soltanto esibire un documento d’identità in corso di validità. Con la nuova normativa la permuta e la compravendita risultano tracciabili in quanto i titolari dei compro oro e dei compro argento devono osservare una serie di adempimenti e obblighi in tal senso.
Il Decreto Legislativo 92/2017 ha istituito un registro apposito al cui interno registrare gli operatori compro oro professionali; questi ultimi devono obbligatoriamente essere in possesso della licenza di pubblica sicurezza. Quindi i soggetti che sono diversi dalle banche devono quindi iscriversi a questo registro per poter svolgere la loro attività a norma di legge senza incorrere in sanzioni penali e pecuniarie. Al tempo stesso i nuovi requisiti prevedono la piena tracciabilità delle operazioni di acquisto e vendita dell’oro. Mentre in passato gli oggetti e i gioielli acquistati dai privati erano registrati nell’apposito registro delle operazioni insieme ai dati del cliente e alla loro sommaria descrizione, dal 5 luglio 2017 i compro oro sono obbligati a utilizzare schede numerate in maniera progressiva. In questi documenti vanno riportati la descrizione dell’oggetto prezioso alienato, i dati del precedente proprietario secondo quanto riportato nei documenti d’identità in corso di validità presentati al momento della transazione commerciale. Inoltre vanno indicate la quotazione applicata, la quantità totale di metallo prezioso vendita e la somma versata. Inoltre si devono allegare almeno due fotografie di ogni oggetto oppure di ogni gioiello alienato. Sia le schede numerate che le fotografie vanno conservate per 10 anni così da rendere possibile alle autorità competenti di fare i necessari accertamenti.
In secondo luogo le transazioni commerciali vengono monitorate e tracciate attraverso l’obbligo per i compro oro, i banco metalli e i compro argento di dotarsi di un apposito conto corrente per poter effettuare i pagamenti dei metalli preziosi. Infatti il Decreto legislativo ha abbassato contemporaneamente l’importo massimo per le compravendite in contanti di oro usato e argento usato: di conseguenza l’importo fissato come soglia per l’uso di denaro corrente non è più 1.000 euro ma 500. Se, quando si vende e si acquista metallo prezioso sotto forma di cianfrusaglie d’oro, oggetti preziosi, gioielli interi o rotti, monete pregiate oppure lingotti, le somme versate durante queste transazioni finanziarie superano questa cifra, è necessario effettuare il pagamento attraverso bonifici bancari oppure postali. Di conseguenza le operazioni risultano immediatamente tracciabili e consentono di avere migliori risultati dal punto di vista dell’anti-riciclaggio e della lotta all’evazione fiscale.
Infine tutti gli operatori hanno l’obbligo di segnalare tempestivamente qualunque operazione o comportamento sospetto e si sono innalzate le pene per chi trasgredisce nell’adempimento degli obblighi di legge. Ad esempio per chi non identifica la clientela attraverso un documento o non rispetta il limite di 500 euro per i pagamenti in contanti è prevista una multa dai 1.000 ai 10.000 euro.